Il laboratorio è un ottimo strumento del fare. Aiuta ad avvicinare a temi complessi chiunque voglia mettersi in gioco ma ha molte resistenze che non sa come ammorbidire.
Le paure, le difese, non vengono demolite o annullate, la volontà delle persone che partecipano ai laboratori, guida la misura con cui concedersi e coinvolgersi, tuttavia il laboratorio offre una possibilità maggiore perché passa attraverso il fare, attitudine condivisa da chi vi si approccia.

Le attività proposte all’interno dei laboratori sono varie e dipendono dalla creatività e formazione degli operatori che organizzano i laboratori. Personalmente utilizzo film, o spezzoni di filmati attinenti alle tematiche e scelte da un’ampia cineteca costruita con pazienza nel tempo. Oppure posso utilizzare carte, in vari formati ed edizioni con modalità sempre educative che lavorano sul qui e ora, con costruzione di storie, in stile story telling, o i “cubes” sempre per creare delle storie.Tutti gli strumenti possono essere poi utilizzati in modalità differenti al fine di raggiungere diversi obiettivi, le modalità di presentazione dello stesso strumento possono variare da contesto a contesto. Ma quello che resta uguale nelle varie esperienze offerte è la logica con la quale ci si incontra e ci si mette in cammino: un modo di guardare a se stessi e alla comunità con cui si condivide, attraverso attività leggere e spensierate che possano offrire un’esperienza di gioco divertente. Uscire dagli schemi aiuta a sperimentare una qualità della relazione a volte ignorata nella freneticità di tutti i giorni.
Così anche con i bambini e i ragazzi, come con i loro genitori, adattando lo strumento alle varie età è possibile costruire momenti di mindfullness, apprendere concetti quali la gentilezza, il rispetto, la consapevolezza, la calma, la riflessione, sperimentare una vicinanza positiva e mettere in parole i conflitti.
L’obiettivo è aumentare il ben-essere delle persone iniziando da piccoli gruppi che possano essere dei promotori e testimoni del cambiamento nella comunità in cui vivono e aiutando ad avviare un processo di cambiamento più allargato mantenendo attiva l’esperienza appresa.
I gruppi che si formano all’interno del laboratorio hanno poi lo spazio dedicato alla condivisione e riflessione per interiorizzare le meta-conoscenze e competenze apprese attraverso il fare. Perché il fare si trasformi in essere.
Così i gruppi diventano un’esperienza maieutica e fa emergere le potenzialità insite in ciascuna persona nascoste sotto il fare della nostra quotidianità

Perchè tutto questo possa funzionare come un primo seme di una comunità educante, collaboro con le insegnanti e con tutto il personale della scuola, figure che costituiscono la parte fondante della comunità frequentata dai nostri ragazzi. Senza il loro supporto e impegno il seme gettato non potrebbe germogliare. Così pure se non dovessero collaborare i genitori dei ragazzi coinvolti. Ognuno deve fare la sua parte!